Perché aspettare? Il metaverso è già qui da Roblox a Fortnite

Ultimamente, l’euforia sul “metaverso” è scemata. Proprio per questo, è il momento giusto per fare un attimo il punto della situazione, senza troppe pressioni. Per un paio di anni, un mantra di molti discorsi è stato «tra un po’ il metaverso sarà qui… chissà cosa succederà!». Spesso accompagnato dall’immancabile «non è facile definire il metaverso ». Mese dopo mese, l’argomento è passato di moda. Forse qualcuno si è anche reso conto che l’attesa del metaverso ricorda un po’ l’esperienza di Giovanni Drogo, protagonista del romanzo Il deserto dei Tartari (1940) di Dino Buzzati. Il sottotenente Drogo passa tutta la vita nell’isolata Fortezza Bastiani, a scrutare l’orizzonte da cui potrebbero manifestarsi i nemici, i Tartari. Lui e gli altri soldati sono pronti all’invasione, sperano di poter combattere, ma i Tartari non arrivano mai e l’orizzonte rimane sempre vuoto. Anche il metaverso continua a non arrivare, ma per una ragione differente. Per trovarlo non bisogna scrutare l’orizzonte del futuro. Basta guardare il presente o persino il passato. Tutto ciò che il metaverso promette di fare è già qui. Basta accendere Roblox (2006), Minecraft (2011) o Fortnite (2017), tre dei videogiochi più popolari degli ultimi anni, per trovarsi davanti a un mondo incredibile di possibilità.

Multiversi intrecciati con personaggi appartenenti a vari brand, come si è visto nel film Ready Player One (2018)? Ci sono già, in abbondanza. Dentro Fortnite si possono trovare personaggi e oggetti provenienti da realtà disparate. Dalle serie tv Netflix agli eroi Marvel, dalle tute spaziali di Star Wars agli abiti di Balenciaga.

Creazioni infinite e senza confini? Presenti all’appello. Potete prendere Roblox, che è una sorta di aggregatore di videogiochi, in cui ciascuno può condividere le proprie crea-zioni e sperimentare i giochi degli altri. Oppure va benissimo anche Minecraft, al cui interno è possibile creare un po’ di tutto. Compresa una grande biblioteca di libri e articoli censurati in varie parti del mondo, che permette di far circolare certe notizie aggirando le censure di regime. Sembrerebbe la classica storia di fantascienza con gli hacker “smanettoni” che combattono contro il potere grazie ai mondi virtuali. Però non si tratta di una storia, è una vicenda reale, vi basta cercare The Uncensored Library per saperne di più.

Possibilità di fare brand awareness nel metaverso? C’è anche quella. Basta cercare casi come Keep Fortnite Fresh, campagna organizzata da Wendy’s, la nota catena statunitense di fast food. Gli è bastato organizzare una serie di streaming in cui giocavano a Fortnite, con un personaggio dalle trecce rosse (simili alla mascotte di Wendy’s) che andava in giro a distruggere tutti i frigoriferi nei fast food presenti nel gioco, per lanciare un messaggio: loro utilizzano solo prodotti freschi. La visibilità è stata enorme e l’operazione ha avuto un costo davvero contenuto. È il sogno più o meno proibito di tutti coloro che aspettano il metaverso per parlare ai propri clienti in modi nuovi, coinvolgendoli all’interno di un mondo virtuale. Semplicemente, come detto, non occorre guardare il confine dall’alto della Fortezza Bastiani.

È sufficiente abbassare lo sguardo sul presente, tra quelli che alcuni definiscono spregiativamente dei “giochini”, per rendersi conto che è già tutto qui, a portata di click.

di Francesco Toniolo

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