Crisi Malo: impegno bipartisan in Regione dei consiglieri regionali piacentini

12 Aprile 2013 12:51

Scendono in campo i tre consiglieri regionali piacentini a difesa dei 59 dipendenti della Malo, che alcune settimane fa ha annunciato la volontà di chiudere i due stabilimenti di Borgonovo. E’ quindi un impegno bipartisan quello di  Andrea Pollastri (PdL), Stefano Cavalli (LN) e Marco Carini (PD) per i dipendenti che rischiano il posto di lavoro e a favore del settore tessile in Vatidone. I tre hanno presentato un’interrogazione alla giunta di viale Moro per attirare l’attenzione sulla crisi in atto e supportare le azioni già poste in essere dai sindacati, dal Comune di Borgonovo e dalla Provincia di Piacenza.

A seguito della dichiarazione, da parte dal Tribunale di Isernia, dello stato di insolvenza del famoso complesso “Malo”, il Ministero dello Sviluppo Economico ha aperto la procedura di amministrazione straordinaria il 24 febbraio 2009. Presso la sede del Ministero, alla presenza dei commissari e delle rappresentanze sindacali, l’azienda è stata venduta, in data 15 settembre 2010, alla società “Evanthe S.r.l.”. La selezione dell’acquirente era avvenuta da parte del Ministero in base a tre criteri: l’offerta economica più alta, il mantenimento del marchio in Italia e la garanzia del mantenimento, per almeno due anni, dei 151 dipendenti negli otto negozi e nei due stabilimenti produttivi, uno dei quali a Borgonovo.

La congiuntura economica negativa e la contrazione degli ordinativi e delle vendite hanno colpito, negli anni successivi, la tenuta del sistema imponendo, allo scadere degli accordi col Ministero lo scorso 15 settembre, una pesante ristrutturazione aziendale. Il piano, già presentato ai Sindacati, prevede la chiusura di alcuni negozi e dello stabilimento di Borgonovo.

Quest’ultimo ha alcune caratteristiche che ne rendono meno preferibile la sopravvivenza rispetto all’altro situato a Campi Bisenzio (FI): la società non è proprietaria degli edifici, i quali, per altro, appaiono di vecchia architettura industriale, la produzione è organizzata su due poli, i telai sono poco flessibili per capacità produttiva oltre che di vecchia produzione, anche se hanno tutte le caratteristiche tecniche per sviluppare grandi quantità produttive, a cui si deve aggiungere l’alto valore aggiunto derivante dalle competenze manifatturiere del personale altamente qualificato che rende i capi prodotti difficilmente riproducibili dalla pur aggressiva concorrenza nazionale e internazionale (soprattutto cinese), caratteristiche che creano difficoltà a razionalizzare le varie fase della lavorazione.

La conseguenza è il rischio del posto di lavoro per i 59 dipendenti borgonovesi, in gran parte donne, (l’ipotesi di trasferimento a Campi Bisenzio di 13 unità appare di difficile realizzazione pratica) oltre alla perdita di una fabbrica che costituisce ormai al storia economica del paese. “Malo”, per prestigio e numero di occupati, è una delle più importanti imprese tessili del territorio della Valtidone-Valluretta, che, tra piccole e grandi, ne conta 9 ancora attive (erano 38 nel 2005), malgrado le grandi difficoltà che interessano il comparto. Nonostante questa tradizione produttiva la Valtidone-Valluretta non costituisce un Distretto Tessile, il che rappresenta una penalizzazione sia in termini di agevolazioni fiscali che di qualificazione del sistema produttivo e formativo locale.

I tre consiglieri regionali hanno chiesto alla giunta guidata da Errani di istituire un tavolo di lavoro con il Ministero dello Sviluppo Economico, le parti sociali, le categorie economiche, la Provincia di Piacenza ed il Comune per seguire l’evolversi della crisi dello stabilimento di Borgonovo e dei suoi dipendenti ed individuare soluzioni innovative. Hanno inoltre rivolto un invito a valutare la possibilità di utilizzare lo strumento del Piano d’Area, istituito nel 1999, per salvaguardare ed implementare il settore tessile in Valtidone-Valluretta attraverso la condivisione di nuovi progetti, il finanziamento degli stessi e la creazione di sinergie.

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