L’ho assaggiato per voi: Bianco Emilia IGt Colto Vitato della Filanda (Romagnoli)

Di Giorgio Lambri 08 Aprile 2021 12:48

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Sono conscio del fatto che tra i filistei dell’oscurantismo tradizionalista questo mio outing d’amore per il Bianco Emilia IGt Colto Vitato della Filanda susciterà spocchiosa riprovazione. Come se apprezzare un Ortrugo fermo fosse un sacrilegio imperdonabile giacché questo vino piasintein dal sass non si è mai presentato senza l’allegro sostegno delle bollicine. Dalla virtuosa linea dei Colto Vitato, il giovane patron delle Cantine Romagnoli, Alessandro Perini (figlio e nipote d’arte) tira fuori il “Filanda N.3”, una bottiglia sorprendente, uno tra i migliori bianchi piacentini in commercio. Il colore non si allontana molto dal classico giallo paglierino con riflessi verdognoli dell’Ortrugo. Il più umile dei vitigni autoctoni del nostro territorio si esprime qui in purezza (100%) anche se il sorprendente bouquet olfattivo indurrebbe a dubitarne. È il frutto di una peculiare tecnica di produzione che prevede 48 ore di crio-macerazione pellicolare (significa portare grappoli e acini di uva a una temperatura molto bassa subito dopo la pigiatura e prima della fermentazione, così da ottenere il massimo degli aromi e dei sapori). Quindi fermentazione con lieviti selezionati a temperatura di 16-18°C. e affinamento in serbatoi di acciaio inox. A seguire assemblaggio del vino, leggera chiarifica e filtrazione finale.
Al naso il risultato è una “sniffata” potente, che spazia dalle note floreali ai piacevoli sentori fruttati freschi. Il sorso è armonico, equilibrato e di piacevolissima beva. Un vino che rivela comunque una solida struttura con un virtuoso e sapido contributo delle note minerali caratteristiche di questa piccola ma fortunata porzione di Valnure e delle sue terre rosse.

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