“Con le sanzioni alla Russia 200mila bottiglie di vino ferme nel nostro magazzino”

10 Marzo 2022 04:00

“Per noi il danno è notevole, si rischia l’azzeramento dei rapporti economici coltivati negli ultimi dieci anni”. Se le parole dell’imprenditore Massimo Perini non bastano, c’è un’immagine emblematica: alle spalle del responsabile esteri delle cantine “Quattro valli” al Montale, ecco almeno 200mila bottiglie di vino etichettate in russo. Ferme lì, sotto il tetto dell’azienda, in una situazione di “paralisi” commerciale che non preannuncia segni di miglioramento. “A causa del crollo del rublo, i nostri clienti in Russia, perlopiù operatori della grande distribuzione, non riescono a comprare il vino prenotato. Per loro, oggi, i costi sono raddoppiati”.

E’ un caso significativo delle ripercussioni vissute sul territorio con le sanzioni inflitte a Mosca, in seguito all’invasione militare in Ucraina. “Temiamo una forte recessione della Russia – prosegue Perini – se la crisi durasse ancora a lungo, la nostra azienda affronterebbe un grosso problema. Ogni anno – aggiunge Perini – spediamo dai tre ai cinque milioni di bottiglie in Russia, ovvero fino al 40 per cento del nostro export. Due settimane fa, abbiamo persino potenziato i macchinari nell’ottica delle esportazioni”. Ora, la situazione è stravolta. La ditta vitivinicola conta, o meglio contava, pure alcuni clienti in Ucraina: “Uno si è rifugiato nella campagna di Kiev, l’altro è scappato al confine”.

L’azienda di Montale affronta anche il lato umano dell’emergenza internazionale: “Abbiamo qualche dipendente ucraino, in apprensione per le sorti del suo Paese”. Dal punto di vista economico, c’è un’intera filiera in crisi: i rincari e il freno alle esportazioni in Russia sono solo gli ultimi tasselli, senza dimenticare infatti “le materie prime che scarseggiano dal periodo della pandemia – ricorda l’imprenditore – ad esempio il vetro necessario per le bottiglie”.

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