Alghe? Scopriamo insieme come usarle in cucina

Di Debora Saccardi 01 Settembre 2022 03:50

Una passeggiata sulla spiaggia, qua e là colorata di verde brillante ed ecco che arriva l’ispirazione. Ci sono diversi temi e materie prime di cui ancora non ho avuto modo di parlarvi e le alghe sono tra quelli. Così eccomi a colmare una piccola mancanza!

Gli anni duemila sono costellati di articoli in cui si parla di cibo del futuro, categoria di cui anche le alghe fanno parte ma siamo andati oltre, perché il futuro in realtà è già qui ed è arrivato sulle nostre tavole ormai da diverso tempo, grazie alla cucina etnica o meglio la millenaria cultura gastronomica asiatica. Basti pensare infatti che tra i principali produttori di alghe ci sono Cina, Giappone e Corea, in Europa invece spicca l’Irlanda. Le alghe o verdure di mare nei nostri piatti non si vedono spesso, forse per il preconcetto che le lega a torto al “mare sporco” ma iniziano comunque a farsi strada.

Le alghe non sono tutte uguali

Le alghe vengono classificate in brune, verdi- azzurre, rosse e ognuna ha le sue caratteristiche e il suo utilizzo. Ne esistono in natura circa 20.000 specie, quasi tutte commestibili. Sapore dal marino al salto, dal tostato al dolce, spesso riconducibile all’umami. Sono ricche di proteine, vitamine( B e C), sali minerali e oligoelementi tra cui spicca lo iodio, ragion per cui non sono consigliate a soggetti che soffrono di ipertiroidismo. In generale vanno assunte con moderazione.

In commercio le troviamo principalmente essiccate e in polvere. Per essere inserite nelle vostre ricette quelle secche vanno reidratate come si fa con i fogli di colla di pesce( non devono galleggiare nell’acqua), mentre quelle in polvere vanno diluite in acqua, latte, bevande vegetali o incorporate negli impasti da quelli salati a quelli dolci. Ricordate, quando le acquistate e aprite le confezioni, l’odore salmastro piuttosto pungente fa parte del pacchetto. Entriamo più nel dettaglio, soffermandoci su alcuni tipi di alghe, quelle più facili da reperire in supermercati, negozi etnici o specializzati ma anche on-line:

  • Kombu: alga bruna, conosciuta anche come cavolo di mare, venduta in foglie intere, che si taglino facilmente dopo l’ammollo. Ideale per insaporire brodi, minestre, zuppe soprattutto a base di legumi in cui può essere aggiunta senza effettuare l’ammollo e per rendere più invitanti le vostre insalate.
  • Nori: la più nota, chiamata anche alga del sushi o sushi nori. La trovate in fogli, fiocchi o polvere. In fogli viene usata per realizzare l’ampia famiglia dei maki, ovvero i rotoli i di riso avvolti dall’alga, che tanto fascino hanno avuto sugli amanti della cucina giapponese. In fiocchi e in polvere si usa per insaporire minestre, riso, brodi e farciture di involtini primavera o ravioli tipo gyoza.
  • Spirulina: fa parte della famiglia delle alghe azzurre, come la klamath e la chlorella. La trovate in polvere e conferisce ai vostri preparati la tipica colorazione verde- azzurra a seconda della quantità utilizzata. Non superate i 2-3 grammi giornalieri, ne basta davvero poca per insaporire e colorare. Provatela in uno smoothie, in un frappè, nelle creme e nelle vellutate di verdura. Anche a colazione nello yogurt, nel latte di avena, cocco o mandorla, non vi deluderà!
  • Agar-agar: mix di alghe rosse reperibile in polvere, che costituisce una valida alternativa alla gelatina animale in diverse preparazioni come aspic, mousse e bavaresi. Sapore forte, che mitiga con il calore e la miscelazione con altri ingredienti.
  • Salicornia o asparago di mare: se ne consumano i germogli più giovani e teneri, spicca per salinità, che quindi induce a ridurre il consumo di sale nelle ricette in cui viene inserita. Provatela in sfiziosi antipasti di pesce
  • Lattuga di mare: colore verde brillante, ricorda le foglie dell’ortaggio che richiama, leggermente piccante, è ottima in insalata o per realizzare salse in accompagnamento a verdure al salto o grigliate
  • Wakame: sapore delicato come la kombu, si differenzia per la struttura più riccia e meno lineare ma l’uso è il medesimo.

Pronti a portare le alghe in tavola?

 

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