Omicidio di Niviano, Carella confessa: “Sì, sono stato io a uccidere Troccola”

13 Novembre 2023 00:30

Paolo Troccola, la vittima, nella foto di “L’Immediato”

Non ha pianto, sembrava di ghiaccio. Ha chiesto solo se il collega Paolo Troccola fosse morto e poi ha avvertito il capo al telefono, quel giovedì sera. Nient’altro. Un atteggiamento anomalo che, da subito, ai carabinieri intervenuti nell’appartamento di via Monti a Niviano era sembrato sospetto già poco dopo le 22. Fino a quando Emanuele Carella, operaio di 21 anni, non ha confessato di essere stato lui a uccidere il collega con il quale condivideva la casa. Sul movente restano ancora tante le domande, così come sull’orario della morte che sarà chiarito solo dall’autopsia. Di certo ci sarebbe stata una lite, in casa; e subito dopo l’esplosione di violenza, tanto che sul corpo di Troccola sono stati trovati segni di fendenti e un coltello trovato in giardino è stato sequestrato dai carabinieri. Il sangue era inoltre già nel corridoio dell’abitazione ma il corpo in camera, supino.

CHI ERA TROCCOLA

Una vita solitaria che gli era cresciuta addosso “fin da bambino, perché fin da bambino si era abituato a cavarsela in Puglia”. Paolo Troccola, che quasi nessuno sembra conoscere a Niviano e pochi ricordano nella Deliceto di tremila abitanti sul mare, aveva perso entrambi i genitori e non aveva figli. Nella vita contava solo ore di lavoro sotto la neve, sotto la pioggia, sotto al sole a 40 gradi sull’asfalto in estate.

“COME DUE AMICI”

Nel bar dove gli operai si fermavano a bere un caffè alle 6.30 del mattino certi clienti se li ricordano, Troccola e Carella; e nessuno, però, vuole credere si sia trattato di omicidio. “Quel che continuiamo tra noi a ripeterci è che sembra assurdo che proprio Emanuele abbia accoltellato Paolo”. E perché? “Perché Paolo ed Emanuele, non di rado, finito il turno si sedevano al tavolino del bar per parlare un po’ tranquillamente. Come due amici, non solo colleghi. Emanuele ci ha sempre fatto tenerezza. Ha solo 21 anni e da Foggia ha scelto di vivere qui. Mai uno scatto d’ira”. Quel che sia successo potrà dirlo solo lui.

L’ARTICOLO DI ELISA MALACALZA SU LIBERTÀ

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