Bollette e rincari, perché il governo non è il (principale) responsabile

06 Gennaio 2022 06:00

L’aumento delle tariffe è il prodotto di una combinazione di fattori, con la quale il governo italiano ha poco a che fare: è il prezzo dell’energia ad essere aumentato, non gli oneri o le imposte

Il costo dell’energia ha raggiunto livelli record. Le bollette continuano a gonfiarsi. Il costo di un pieno di metano per auto è più che raddoppiato in meno di un anno. Certamente non una bella situazione per famiglie e imprese, sempre meno serene all’arrivo della fatidica busta (o della mail) del proprio fornitore.

Ma di chi è la colpa?

La risposta è complessa, perché complesso è l’insieme dei fattori che hanno portato a questi aumenti. Se ne può però scartare una, comoda ma in questo momento errata: non è stato il governo. Aspetta a cliccare altrove, c’è una spiegazione.

Questo grafico indica quanto ciascuna voce conta nel totale delle bollette dal 2019 ad oggi. La barra rossa rappresenta il costo effettivo di un metro cubo di gas naturale. Non il totale in bolletta, solo il costo effettivo degli atomi di carbonio e idrogeno che formano fisicamente il metano. A questo costo vengono poi sommate la spesa per il trasporto, gli oneri di sistema e le imposte richieste dal governo. L’insieme di tutte queste componenti dà vita al prezzo finale. Osservando il grafico si potrà notare come l’altezza della barra rossa sia aumentata nel corso degli ultimi trimestri, passando dal 30-40% della bolletta a oltre il 70% ad inizio 2022. Si noterà anche come il governo abbia ridotto le imposte (l’Iva in primis) e gli oneri di sistema, nel tentativo di contenere gli aumenti (invano).

Stessa cosa per l’energia elettrica. Il governo ha azzerato gli oneri di sistema e i costi legati al trasporto. Il prezzo effettivo della materia energia (fisicamente la corrente elettrica utilizzata) è passato da meno del 40% all’81% del totale.

Questo cosa significa?

Per prima cosa che non è stato il governo ad alzare le imposte o gli oneri. Secondo, che la crisi energetica ha aumentato talmente tanto il prezzo “netto” dell’energia da gonfiare a dismisura le bollette, nonostante le risorse messe in campo dal governo. Terzo, che oramai solo il 20-30% della bolletta costituisce un aumento legato a imposte, oneri e spese accessorie (rispetto a oltre la metà del 2019).

Allora lo Stato non ha responsabilità?

Si può discutere sull’entità delle risorse messe in campo per contrastare gli aumenti (troppo poche per alleviare i conti delle famiglie), sulla mancanza di una strategia a livello europeo per difendere i consumatori dalla crisi energetica oppure sulle scelte riguardo le fonti utilizzate nelle centrali elettriche. Accusare però il governo della crisi energetica e considerarlo come principale colpevole dell’aumento delle bollette è quantomeno improprio: è il prezzo dell’energia e non gli oneri o le imposte ad aver gonfiato le tariffe. Il governo italiano, così come qualsiasi altro in Europa, subisce questa dinamica (per questo si può discutere su come i governi affrontano la crisi). L’Europa si trova in una crisi energetica dalle proporzioni drammatiche e le conseguenze sulle bollette si stanno registrando in maniera generalizzata in tutti i Paesi, chi più e chi meno.

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