Da Lorenzetti a Meoni. Zlatanov: “Quanti aneddoti in quella finale di Trento”

10 Gennaio 2023 04:30

Con la vittoria esterna su Trento di domenica sera la Gas Sales Bluenergy Piacenza ha spezzato una “maledizione sportiva” che durava da ben 14 anni, da quella leggendaria gara 5 delle finali scudetto in cui l’allora Copra Volley sollevò al cielo il suo primo e unico scudetto.
Impossibile per Hristo Zlatanov – ora direttore generale ma all’epoca in campo da capitano – non prendere la macchina del tempo, rivivendo in un istante una delle gioie più grandi per lo sport piacentino.

Se le diciamo 17 maggio 2009, cosa le viene in mente? “Ogni singolo pallone. Ma più che altro ripenso a quell’annata straordinaria. Venivamo da una lunga serie di finali perse, compresa quella a Lodz in Champions League dieci mesi prima. Fu una stagione difficile, sempre a corto di uomini. Fu proprio questo a farci vincere lo scudetto: il fare di necessità virtù, riuscendo ad andare avanti come tanti caterpillar nonostante tutto girasse a nostro sfavore. Ci diede molta forza e consapevolezza per affrontare i playoff, lunghi e logoranti sia dal punto di vista fisico che mentale”.

Chissà quanti aneddoti… “Ne ricordo due in particolare. Poco prima della partenza per Trento, e stiamo parlando di gara 5, c’è Meoni che infila la sua borsa nel bagagliaio, si volta e mi fa: “Ti rendi conto che è finita? Non c’è un domani, siamo arrivati alla fine. Comunque vada io sto bene, sento di aver dato tutto”. Allora io gli ho risposto, “Hai ragione Meo, ma forse è meglio salire sul pullman. Dai che facciamo tardi, filosofeggiamo dopo la partita”.
Il secondo riguarda Lorenzetti: negli spogliatoi, a dieci minuti dal fischio d’inizio, ci fa notare che contro Trento, tenendo presente le precedenti quattro partite dei playoff scudetto, l’unica combinazione che ancora mancava era quella di partire sotto 2-0. “Volete vedere che oggi sarà la volta buona?” ci disse poco prima di giocare. Neanche a dirlo, perdemmo i primi due set. Prima di rientrare in campo nel terzo parziale abbiamo scherzato su questa cosa e devo dire che eravamo tranquilli: dentro di noi sapevamo come sarebbe finita. Il resto, la rimonta dal 2-0 al 2-3, è storia”.

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