Negli ultimi nove anni sono 14 le persone annegate nelle acque del Trebbia

07 Giugno 2022 05:05

Le sue acque cristalline sono un’invitante promessa di refrigerio nel mezzo della calda estate piacentina, eppure tra quelle dolci rive e quei colori turchesi spesso può nascondersi la morte.

In nove anni il Trebbia si è portato via tredici persone, soprattutto giovani. Ayantha Ekanayaka (24enne originario dello Sri Lanka annegato domenica scorsa ai piedi del Ponte Gobbo) è la quattordicesima vittima.
L’ultima era stata Fabio Persico, 49 anni, nell’estate del 2020: era arrivato in moto dal Cremonese a Marsaglia, si è tuffato nell’acqua fredda, non è riemerso.
Prima di lui la stessa tragica sorte era toccata a Said Saqi, 37 anni, a San Nicolò, nell’agosto 2016. Solo un mese prima di Saqi, erano annegati il ventenne Dieme Yancouba sempre a Marsaglia (luglio 2016) e Michal Janusz Kròl, 24 anni, a Rivergaro (luglio 2016). L’anno prima era stato altrettanto drammatico: avevano infatti perso la vita, annegati, Mahmadou Trahre, 19 anni, a Barberino (luglio 2015) e Dario Triglione, 26 anni, a San Salvatore (giugno 2015). Prima ancora, Mohammed Rakik, 44 anni, a Mirafiori di Rivalta (2013), David Nyarwaya, 25 anni, alla Berlina di Bobbio (2013), Giuseppe Visigalli, 56 anni, anch’egli alla Berlina e sempre nel 2013.

Non vanno dimenticati i quattro giovani morti annegati nell’auto che si è rovesciata nel Trebbia a Calendasco a gennaio: Domenico Di Canio, William Pagani, Elisa Bricchi e Costantino Merli.

Altrettanto numerose le tragedie sfiorate: da Bakary, 25enne africano recuperato in extremis alla Boffalora di Bobbio nell’estate del 2020 da Victor Battistich, alla 16enne di origini nordafricane che nel 2019 era stata salvata dall’allenatore di calcio Luis Centi

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